Teatro romano
Poco
distante dalla Porta Praetoria, un intero isolato era occupato dalle imponenti
strutture del Teatro, di cui rimane parte della facciata principale, alta
22 metri, della cavea, della scena e dei corpi laterali porticati.
L'edificio venne costruito in età augustea su un'area che raccoglieva già abitazioni private: è perciò posteriore di qualche decennio all'organizzazione urbanistica della città. Si data infatti la struttura all'inizio del I secolo d.C..
L'alta e monumentale facciata, conservata per poco meno della
metà del suo sviluppo totale, presenta in basso una sequenza di arcate
sovrastate da tre ordini di finestre di ampiezza diversa. Caratteristica è
la cavea (con parte delle gradinate originarie) inserita in una struttura
rettangolare, che facilitava la copertura stabile dello spazio riservato al
pubblico: era
cioè un teatro coperto o "theatrum tectum", come quello di
Pompei.
A fronte della cavea vi è la scena, ridotta alle fondamenta ed un tempo ornata da colonna corinzie; i corpi laterali porticati raccordavano le parti interne del teatro al muro perimetrale esterno.
L'originalità del teatro romano d'Aosta è da
ricercarsi nello sviluppo della cavea, capace di oltre 4.000 posti, entro
un recinto di pianta rettangolare che forma la facciata esterna dello stesso
teatro. Tale soluzione parrebbe suggerita da esigenze strettamente urbanistiche:
la
necessità di adeguarsi ai confini ben delimitati di un'insula rettangolare,per
una città come Aosta fondata secondo i rigidi canoni della "castra
mediatio", potrebbe aver indotto i costruttori del teatro ad erigere
una facciata rettilinea in perfetto allineamento con la geometrica ripartizione
degli edifici vicini. Stilisticamente c'è nel teatro di Aosta, in quel
contrasto visibile tra il partito architettonico esterno e la funzionale struttura
dell'interno, l'anelito di una nuova architettura nella quale si nota, rispetto
a quella repubblicana e severa di alcuni edifici della città, la preferenza
per le forme massiccie accentuate dall'uso di un bugnato trattato alla rustica
con evidenti intendimenti plastici.
Anfiteatro romano
All'interno
del vicino monastero di Santa Caterina si conservano i resti dell'Anfiteatro,
un edificio monumentale pubblico che subì più di altri l'oltraggio
del tempo e degli uomini. Costruito in età claudia (metà del
I secolo d.C.) in bugnato rustico, misurava 86 metri in lunghezza e 76 metri
in larghezza e presentava 60 arcate per ciascuno dei suoi due piani; poteva
accogliere 20.000 spettatori (il doppio degli abitanti della città).
Oggi sono osservabili soltanto otto arcate superiori del settore nord-ovest, incorporate nell'edificio del monastero appartenente al convento delle suore di San Giuseppe. Strutture minori sono affiorate all'interno del frutteto del convento, che ricopre il monumento in seguito alle alluvioni del Buthier ed è interamente da scavare.
Nel medioevo l'Anfiteatro era chiamato "Palatium Rotundum" ed i suoi resti vennero occupati da una famiglia che li utilizzò per farne la propria dimora: i signori "De Palatio".
Foro romano e criptoportico
L'area
del foro romano, che occupava una vasta superficie delimitata ad ovest dal
cardine massimo e a sud dal decumano massimo, sembra compresa nello spazio
di ben otto isolati, oggi occupata in parte dalla piazza Giovanni XXIII e
dalle costruzioni che vi si affacciano, inclusa la Cattedrale. L'area pubblica
di Aosta, accentratrice della vita politica, religiosa ed economica della
città, aveva una forma rettangolare allungata e presentava l'andamento
del terreno in pendenza, con un dislivello di 2,70 metri fra la parte più
alta, a nord, e quella inferiore, lambita dal decumano massimo.
Del complesso forense aostano, del tipo foro-santuario con triportico associato al criptoportico, noto anche a Capua, in Gallia (Parigi, Arles, Reims, ecc.), oggi rimangono scarse tracce, perchè la notevole estensione dell'area e la stratificazione nei secoli di altre strutture urbanistiche ne hanno reso impossibile l'indagine archeologica completa e sistematica.
Il
settore nord è tuttavia riconoscibile e visitabile perchè l'area
sacra è rimasta parzialmente sgombra (la base costituisce le fondamenta
della casa dell'arcidiacono). Da qui si scende nel grandioso e spettacolare
criptoportico, una galleria a due navate sviluppata su tre lati, a pianta
quadrangolare, misurante 92,20 x 86,80 metri. Possenti pilastri di tufo sorreggono
le robuste arcate su cui poggiano le volte. La funzione di questa costruzione
sotterranea è stata variamente interpretata, quale semplice luogo di
fresco passeggio estivo per sfuggire alla calura dell'esterno o quale deposito
di grano.
Il criptoportico doveva essere completato da una terrazza sopraelevata, avente funzione di peribolo dell'area sacra; al centro vi erano probabilmente due templi affiancati, di cui ci è noto soltanto il podio di quello orientale. Attigua al foro, sul lato orientale, è venuta alla luce la zona delle terme, sotto l'edificio della scuola XXV Aprile, con un grandioso complesso risalente alla prima metà del I secolo d.C., successivamente trasformato.
Il foro di Aosta fu verosimilmente iniziato alla fine del I secolo a.C. e completato nel corso del I secolo d.C. con possibili ulteriori modificazioni nel secolo seguente.