Fortezza di Bard...
La
Fortezza prende il nome dall'omonimo Comune della bassa Valle d'Aosta,
caratterizzato da una superficie assai ridotta (3 km quadrati), ma famoso
in tutto l'arco della storia grazie alla presenza della fortezza che
fin dal medioevo ha dominato lo spuntone roccioso che sbarra, fin quasi
a chiudere completamente, la valle della Dora Baltea. Naturalmente l'importanza
strategica del forte negli anni andò diminuendo fino a scomparire
del tutto, come pure quella commerciale del borgo, scavalcato dal nuovo
tracciato della strada che aggira la base della fortezza. Data la sua
posizione strategica per il controllo dei transiti, la rocca di Bard
dovette essere fortificata fin dall'epoca preromana; risale al 1034
la prima citazione di un insediamento fortificato: esso apparteneva
al visconte di Aosta Boso. Nel 1040 Bard appartiene al Visconte di Aosta
e passa poi ai Signori di Bard che pare fossero originari di una antichissima
famiglia comitale di Lorena; erano simili i nomi (Bar e Bard) e uguali
gli stemmi "D'Azzurro seminato di crocette ricrocettate e fitte
d'oro, a due Barbi addossati", come dice Giacosa. Il primo costruttore
della Rocca Forte fu Ottone di Bard. Bard rimane, tra alterne vicende,
in possesso della famiglia di Bard fino al 1242 quando il feudo diventa
possesso dei Savoia; durante il 14 - 15° secolo Bard è interessato
da frequenti contrasti con i feudi vicini. Nel 1538 la fortezza subisce
l'assalto degli imperiali di Carlo V. Nel 1691 il Forte contrastò
l'avanzata dei Francesi durante la guerra tra Vittorio Amedeo di Savoia
ed il Re Sole. Nel 1704 i Francesi assediarono Bard che dopo nove giorni
capitola, ma nel 1713, dopo la vittoria dei Piemontesi sui Francesi,
tornò in possesso dei Savoia. Nel 1799 scoppiò la prima
delle insurrezioni Valdostane borghesi "La Rivolte delle Socques".
Pochi uomini armati rudimentalmente assalirono il Forte e il comandante
dovette lasciare la postazione con tutta la guarnigione. Ma l'episodio
militare più noto di cui il forte fu teatro è l'assedio
del 1800.
All'alba
del 14 maggio di quell'anno i 40.000 uomini dell'Armèe de Rèserve
di Napoleone varcarono le Alpi attraverso il Gran San Bernardo per sorprendere
l'esercito austro-piemontese che occupava la pianura padana. Assediato
il forte, difeso dalle truppe di Vittorio Amedeo II di Savoia, dopo
alterne vicende, Napoleone fece radere al suolo il "vilain castel
de Bard". Fu Carlo Felice, nel 1827, a promuovere il rifacimento
del forte, affidando il progetto all'ingegnere militare Francesco Antonio
Olivero, ufficiale del Corpo Reale del Genio. I lavori si protrassero
dal 1830 al '38. La nuova piazzaforte era costituita da tre corpi di
fabbrica disposti su diversi livelli: l'Opera Ferdinando in basso, l'Opera
Vittorio nella zona mediana e l'Opera Carlo Alberto in alto. Questo
sistema a strutture autonome, munite di casematte per l'artiglieria,
era in grado di garantire la reciproca difesa in caso di un attacco
nemico. Nel complesso la fortezza era dotata di 283 locali e poteva
ospitare fino a 416 uomini (il doppio con sistemazione paglia a terra);
i magazzini potevano contenere munizioni e provviste sufficienti per
tre mesi e l'armamento contava una cinquantina di bocche da fuoco. Alla
fine dell'800 il forte si avvia al declino: utilizzato dapprima come
bagno penale, fu in seguito destinato a deposito di munizioni. Dismesso
nel 1975 dal demanio militare, il forte è stato acquisito al
patrimonio regionale nel 1990.