La veillà

 

La Veillà è la veglia, nelle lunghe serate invernali: tutta la famiglia è radunata intorno al fuoco, spesso visitata dagli amici e dai parenti, con racconti, giochi, occhiate complici e un buon bicchiere di vino...

Immaginiamo un mondo senza illuminazione elettrica nelle case e per le strade, senza riscaldamento domestico, così come lo conoìsciamo noi ora, ma soprattutto senza radio e televisione, quella televisione che è diventato il simbolo dell'ambiente domestico.
Ora immaginiamo la famiglia come era un tempo, con molti bambini e con una parentela numerosa e rapportiamola alle dimensioni del villaggio.
Ora si può anche comprendere perchè la vita sociale si svolgesse, la sera, nel calore di una tavolata o, più raramente, d'estate lungo le strade del villaggio.
Si ritrovava riunita, in certe occasioni speciali e in date particolari, tutta la famiglia e a volte anche più di una famiglia.
E' in questa convivialità che si esprime tutto il significato de la "viellà": raccontare storie, proporre giochi, dedicarsi a certi lavori artigianali, cantare o giocare, ballare e scoprire l'amore.
Una descrizione precisa e toccante della veillà dei tempi passati la si può trovare nel libro "Lassù gli ultimi" di Gianfranco Bini.
Non bisogna avere paura di sembrare un poco idealisti e nostalgici nel guardare con rimpianto a questi incontri serali, vere occasioni per trasmettere una cultura orale della memoria, per sentirsi e fare parte di una comunità, per imparare gesti antichi che fanno permetteno di vivere in una dimensione collettiva.
Oggi "la veillà", con i suoi mestieri e racconti del passato, spesso si riduce a essere una semplice attrazione turistica, ma che rinfocola speranze e ricordi sia negli anziani che nei più giovani.
Mostrare ciò che si era è un modo di rappresentare il tempo che passa: mestrieri come il fabbro, lo spazzacamino, il contrabbandiere, la lavandaia, il tosapecore, il fornaio, i segantini, il casaro...
Se tale rappresentazione affascina sempre ed entusiasma sia spettatori che interpreti, vuol dire che, malgrado tutto, la televisione non è riuscita ancora a cancellare la magia della "veilla". Essa viene proposta sia in inverno che in estate, in diverse località della Vallée, in primo luogo a Cogne, prima località ad averla proposta al grande pubblico, a Etroubles, a Courmayeur e in altre località.

«On cause un peu de tout pour passer la veillée,
De la neige qui tombe et du prix du bétail,
Du trousseau qu'a porté la jeune mariée,
Du voisin qu'on déteste et du termed'un bail ...
C'est ainsi qu'en hiver, le soir, dans les chaumières
On veille sous la lampe à la pâle lueur
Loin des salons remplis de fleurs et de lumières
Où souvent la gaieté n'est qu'un rire trompeur.»
A. CENGO